Fonti e ricerche per una storia dell' internetworking in Italia

ARCHIVIO GIANNI DEGLI ANTONI

PAROLE COME UNIVERSI E UNIVERSI DI PAROLE

Versione
Milano
03
Maggio
2011
1.0
  • Esiste il buon senso? L' oggi con le sue tecnologie sta certamente modificando il modo di comunicare degli uomini. Un aspetto va considerato: la quantità di comunicazione a cui l' individuo (e le organizzazioni) sono sottoposte. Esiste una pulsione a scrivere e a leggere. Inoltre si legge e si scrive per necessità o per altro: per notizie, informazioni, intrattenimento, cultura, piacere, narcisismo….
  • La comunicazione si attua attraverso vari canali: libri, giornali, messaggi.. con grandi varietà di tecnologie. Nei rapporti interpersonali la posta elettronica fa da regina. E' giusto chiedersi: una tale massa di comunicazione ha una qualche conseguenza sul cittadino. Beh, certamente la comunicazione è frammentaria. Si dimentica facilmente. Si fa dimenticare volutamente, ovvero si fa un uso politico della comunicazione: e ciò vale certamente per chi scrive. Ma anche chi legge tende a valutare diversamente i messaggi a seconda della impostazione personale. Ed eventualmente tende a dimenticare alcuni messaggi in favore di altri. Il mondo mediatico certamente non esente da influenze lobbystiche (politiche, industriali, culturali.. .) non facilita il compito di deframmentare la granularità della comunicazione, e questo anche nel caso di media che tentano di fornire una visione organica dei flussi informativi.
  • La intenzione è lodevole. Ma il risultato spesso pessimo soprattutto quando per ragioni di completezza si costruiscono rapporti rigorosi ma lunghissimi, che vanno bene per gli specialisti. Gli è che pochi hanno il tempo di leggere ed approfondire argomenti. Risultato: una diffusa superficialità nella lettura.. conseguenza del tentativo di sopravvivere al flusso di comunicazione. In alcuni settori si approfitta di questa superficialità. Un esempio estremo è il caso delle norme legali associate all' impiego di dati di origine telematica (INTERNET, in particolare).
  • Ebbene vengono presentati contratti lunghissimi che richiederebbero una schiera di avvocati e molto tempo per valutarne le conseguenze. Con totale indifferenza, di solito si accettano le condizioni, che così diventano di fatto una chiaro esempio di spreco. Ma non è proprio solo così! Infatti comunque siete in pericolo: una qualche clausola potrà essere usata contro di voi. Ed il regime della ricattabilità si estende ben oltre i limiti degli stati in cui vivete. La analisi questi aspetti diventerebbe lunghissima ed inutile. Ma certamente il mondo della cultura dovrebbe prendere consapevolezza che i suoi libri e le sue leggi vengono ricordati spesso solo per il titolo o per lo scalpore che producono sui media nei pochi istanti della loro presenza pubblica.
  • Ma veniamo alla semplice posta elettronica: Questa è sempre più farcita di URL (www.wccetera). Indicati per inquadrare i temi in una ambito più generale. Inutile dire che pochissimi leggono quegli URLi. Il lettore per evitare letture, qualche volta ricorre ad enciclopedie per farsi una idea.
  • Fra le enciclopedie di consultazione ha una primato di popolarità WIKIPEDIA: Ma ahimè anche WIKIPEDIA è il regno dei link (ovvero di URLi, sotto forma di sottolineatura). Un conclusione estrema è d' obbligo.
  • L' uso politico della lettura e della scrittura, la superficialità nel suo impiego, la lunghezza dei testi ha una chiara conseguenza: annullare il valore della AUTORITAS CULTURALE (ben inteso al di fuori di ristretti circoli, dove spesso si finge di aver letto.. ). Così ad esempio è Inutile lamentarsi della scarsa qualità nella valutazione dei titoli scientifici nei concorsi.
  • Leggere tutti i titoli è semplicemente impossibile, come è impossibile leggere i documenti nei processi. Il degrado sociale e la stessa conflittualità sono esasperati da questa situazione. Si ignora che le PAROLE andrebbero concepite come UNIVERSI in cui ciascuno riversa la propria esperienza. Solo la tolleranza rende possibile la comunicazione (collaborazione) fra i comunicanti.
  • Il ricorso ad AUTORITA' che indicano norme e, subito dopo, invocano le loro interpretazioni, è il peggio che la cultura ha prodotto. La discrezionalità e la forzatura dei significati non danno scampo : se siete nella cerchia corretta tutto va bene. In caso contrario se siete fuori dovrete lottare disperatamente per sopravvivere.
  • Ovviamente non esiste una semplice soluzione a tutto ciò, anche se la cultura della brevità può fare miracoli! E la via è: se i testi da leggere sono brevi più persone potranno leggerli. Sarà più difficile nascondere o alterare i contenuti dei messaggi. Anche il controllo sulla discrezionalità, necessaria per evitare trappole formali, sarà ricondotta al regno degli universi di parole dotate di buon senso.

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